Con i suoi oltre 3000 km, la Via Francigena è uno dei percorsi più noti tra i pellegrini e gli amanti del trekking. Da Canterbury in Inghilterra fino a Roma, questo cammino ha unito l’Europa nel corso dei secoli, permettendo a chi la percorreva di espiare i propri peccati.
Oggi, questo filo rosso è diventato anche un modo affascinante di scoprire nuovi luoghi e riscoprire antiche tradizioni. Una vera e propria attrazione dal grandissimo valore culturale e turistico che, nella Tuscia, incontra alcune delle sue tappe più affascinanti tra antichi borghi, natura incontaminata, fiumi, laghi e panorami mozzafiato.
Dalla piccola Proceno fino a Monterosi, passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri, il tratto viterbese della Via Francigena è un percorso da non perdere, facilmente adattabile a ogni tipo di pellegrino o turista grazie alle molte tappe presenti.
La partenza: Proceno
Il nostro viaggio comincia dall’estremo nord della Tuscia. È qui che sorge Proceno, un piccolo borgo medievale posto su una collina tufacea. La sua caratteristica forma a mezzaluna lo rende unico nel suo genere, così come lo fanno i molti siti storici visitabili. Tra tutti ricordiamo in particolare la Rocca Medievale (privata ma visitabile) che domina il paesino d’origine etrusca. Accanto a essa, chiese, giardini e botteghe artigiane arricchiscono questa prima, imperdibile, tappa del nostro percorso.
Seconda tappa: Acquapendente
Grazie alla sua posizione estremamente favorevole, Acquapendente fu in passato un centro strategico ambito da molti, in primis dalla Chiesa e del Sacro Romano Imperatore Federico Barbarossa. La sua posizione, esattamente sulla via Francigena e al confine dei territori di Toscana, Lazio e Umbria, le permise di arricchirsi in passato, ma anche di subire numerosi saccheggi.
Oggi, la città è una meta turistica che non possiamo perdere, famosa per la Cattedrale del Santo Sepolcro, chiesa edificata intorno all’anno mille su una struttura ancora più antica e che, ancora oggi, ospita quella che viene definita “la pietra bagnata dal Sangue”, recuperata dai cavalieri crociati di ritorno dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. Secondo la leggenda, la pietra sarebbe impregnata dal sangue di Cristo e, anche per questo, attira ancora oggi l’interesse di moltissimi fedeli e semplici turisti.
Prima di ripartire, non possiamo lasciarci scappare l’occasione di toccare con mano l’ospitalità e la cucina tipica locale visitando alcune delle aziende agricole del luogo, come Il Tesoro (nota: link assente in attesa del caricamento dei materiali), gestito da oltre 15 anni dalla famiglia di Rita Favero e realizzato all’interno di casali storici ristrutturati ad hoc.
Terza tappa: Bolsena
A pochi chilometri di distanza, il nostro viaggio prosegue raggiungendo l’affascinante Bolsena. Il borgo medievale, magnificamente conservato, si affaccia sull’omonimo lago, il più grande lago d’origine vulcanica d’Italia. Non appena raggiunto il paese lacustre la nostra vista è immediatamente catturata dal castello, realizzato dalla famiglia Monaldeschi della Cervara, che domina l’area circostante. Da lassù potremo ammirare la bellissima vista, osservando le isole Bisentina e Martana. Scendendo dall’altro, attraverso il dedalo di strade storiche ricche di botteghe, possiamo raggiungere il VesConte, antica dimora storica che oggi è sia museo che luogo dove soggiornare. Un modo piacevole e unico per ricaricarci, scoprire il passato del luogo e immergerci nella vita di alcune delle illustri personalità che qui soggiornarono, come il Principe Carlo Ludovico di Borbone, Stendhal, Giovanni Verga, Guglielmo Marconi, Federico Fellini, e ben due Papi. Da non perdere, anche la Basilica di Santa Cristina, patrona di Bolsena la quale vita potremmo scoprire visitando il borgo la sera del 23 luglio. È in questo giorno che si tiene la Sacra rappresentazione dei Misteri di Santa Cristina, festa atta a ricordare i miracoli e le sofferenze vissute dalla santa bambina.
Volendo scoprire il territorio anche dal punto di vista culinario, potremmo visitare alcuni dei noti agriturismi e molini presenti sulle vicine colline. Da Bolsena è infatti facile raggiungere l’AgriSpa Frà Viaco (Valentano) con i suoi percorsi benessere e la cucina tipica con prodotti a km0, oppure il frantoio Antica Tuscia, circondato dai suoi oliveti e dove potremo gustare il sapore unico dell’olio extravergine prodotto da ormai ben tre generazioni di appassionati olivicoltori.
Quarta tappa: Montefiascone
Dopo esserci riposati e rifocillati, il nostro pellegrinaggio sull’antica Via Francigena ci conduce nella vicina Montefiascone. Il paese, dal ricco passato legato alla presenza dei papi nella Tuscia, domina il lago dalla sua alta collina, rendendolo uno dei luoghi più affascinanti della Tuscia.
Qui, le varie culture che alternarono il loro dominio, in particolare gli Etruschi, hanno lasciato grandi tracce del loro dominio che possiamo riscoprire nei molti palazzi storici, come la Rocca dei Papi con il suo parco pubblico e le molte chiese. Ad allietare il nostro passaggio, inoltre, anche le tante cantine che rendono famoso Montefiascone per la sua tradizione enologica, nel particolare la produzione del vino bianco DOC “Est! Est!! Est!!!” e olearia.
Prima di ripartire, potremmo scoprire questi sapori raggiungendo alcuni dei frantoi locali, come “Il Molino” (nota: link da aggiunge in attesa del materiale), azienda a conduzione familiare che ci permetterà di gustare le varietà di olio extravergine Caninese e Frantoio o il “Frantoio Presciuttini”, famoso per la produzione dell’olio “…diNotte”, vincitore di numerosi premi.
Quinta tappa: Viterbo
L’avventura alla scoperta dei luoghi e delle tradizioni della Tuscia attraverso la Via Francigena ci porta, successivamente, a Viterbo. La città capoluogo della provincia, nota anche come Città dei Papi, è sicuramente una tappa che merita un’attenzione particolare. A fare la fortuna del capoluogo in passato, fu in primis la presenza di grandi sorgenti termali, come quelle dell’Hotel Salus Terme, dove potremo rigenerarci grazie ai moltissimi pacchetti benessere e le camere per gli ospiti, e quella del Bullicame, citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri.
Oggi, queste attrazioni uniche si uniscono alle altre ricchezze del luogo per attirare giornalmente moltissimi turisti. Tra tutte non possiamo non citare il Palazzo dei Papi, che permise alla città di divenire sede papale tra il 1257 al 1281 ospitando nove pontefici, oggi sede del Polo Museale del Colle del Duomo. Tra le vie del centro storico, tra i più grandi centri medievali d’Europa, potremo inoltre riscoprire gli antichi mestieri della ceramica e della legatoria, ancora oggi vivi grazie a veri e propri artisti come Cinzia Chiulli, Daniela Lai e l’Antica Legatoria Viali, botteghe dove potremo riscoprire in prima persona la storia che lega la città a queste antiche arti (nota: le botteghe sono solo citate poiché a loro saranno dedicati i successi articoli, più specifici). Poco distante, nella frazione di Bagnaia, non potremo farci sfuggire una visita alla meravigliosa Villa Lante, dimora storica realizzata dal Vignola su ordine del Cardinale Gambara ospitante i giardini all’italiana più famosi di sempre.
Sesta tappa: Vetralla, Capranica e Sutri
Ripartiti dalla Città dei Papi, torniamo sulla Cassia e affrontiamo il penultimo tratto di Via Francigena che ci condurrà a poco a poco nella provincia di Roma. Questi chilometri ci danno la possibilità di visitare tre paesi vicini tra loro e noti per le loro ricchezze culturali e storiche. Il primo è quello di Vetralla, il quale territorio ospita la vicina Necropoli rupestre di Norchia, già abitata a partire dalla preistoria e ricca di reperti etruschi, romani e medievali. Da non perdere, all’interno del centro storico, anche la Chiesa di San Francesco, di epoca romanica, dove potremo ammirare, tra gli altri, l’affresco duecentesco “S. Orsola e le undicimila vergini”.
Da qui è semplice raggiungere un perfetto luogo dove soggiornare e assaporare i sapori tipici locali, L’azienda agricola “Petrignanum”, nota anche per la produzione di olio extravergine e la quiete naturale che caratterizza l’area circostante.
A pochi chilometri di distanza, proseguiamo il nostro cammino incontrando la città di Capranica, la quale fortuna in passato derivò proprio dalla Via Francigena che la attraversa completamente. Il borgo, dominato dagli Anguillara, è ricco di chiese e palazzi storici, tra i quali la Chiesa di S. Francesco, ospitate il prezioso sepolcro della famiglia nobile sopraccitata.
Dulcis in fundo, la sesta tappa del viaggio viterbese alla scoperta dell’antico pellegrinaggio verso Roma continua con la visita di Sutri. L’Antichissima Città, così come veniva chiamata, è recentemente entrata nel circuito dei Borghi più belli d’Italia e nel suo territorio è possibile ammirare alcune tra le testimonianze storiche e culturali più famose del Viterbese. Cominciamo dal parco archeologico, ai piedi del borgo e adiacente alla Cassia. Qui scopriamo l’affascinante Anfiteatro, una grande necropoli, il tempio Mitreo e le millenarie tagliate etrusche. Salendo verso il borgo, raggiungiamo dapprima la bella Piazza del Comune per poi esplorare i dintorni, noti per ospitare la medievale Villa Savorelli e i suoi giardini, come anche la Cattedrale, il Museo Doebbing e la Cripta longobarda.
Prima di proseguire è immancabile una visita alla leggendaria Grotta di Orlando. È qui, nel territorio sutrino, che secondo il mito sarebbe nato il Paladino Orlando, mentre Carlo Magno attraversava la città insieme alla sorella incinta, madre del leggendario guerriero.
Settima tappa: Monterosi
L’ultimo tratto di Via Francigena, che unisce il Viterbese alla provincia romana, è quello che tocca la città di Monterosi. Questo piccolo paese della Tuscia, il cui il nome riconduce ad un “monte di rose”, è stato un punto strategico importante per via della vicinanza alla Via Cassia. Da questo deriva il suo sviluppo economico-culturale e l’interesse suscitato da Romani, Goti e Longobardi, che saccheggiarono l’area a più riprese nei secoli passati. Entrando nel borgo possiamo incontrare edifici storici di grande importanza, come la barocca Chiesa di Santa Croce, risalente al ‘500 e dominata da un campanile a vela, più unico che raro. Più avanti appare poi il Palazzo del Cardinale, edificato dal cardinale Alessandro Farnese.
Prima di salutare la Tuscia, possiamo infine raggiungere il vicinissimo lago di Monterosi, un tempo conosciuto come Janula. Proprio qui, a metà strada tra Viterbo e Roma, avvenne l’incontro nel 1155 tra papa Adriano IV e Federico I Hohenstaufen detto “Barbarossa”, prossimo all’incoronazione come Sacro Romano Imperatore. Oggi, l’area è nota per la sua bellezza naturalistica, tanto da essere riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria nel 1995.