Forse non tutti sanno che il centro storico di Viterbo, capoluogo della Tuscia, è tra i più grandi d’Europa. Un grandissimo dedalo di vie chiese, dimore storiche, torri e botteghe che hanno visto, in prima persona, lo scorrere dei secoli fin dalla leggendaria nascita della città, che pare essere sorta dall’unione di quattro distinti abitati etruschi: Fanum, Arbanum, Vetulonia e Longula.
Nel tempo, i quattro centri crebbero fino a diventare una vera e propria urbe, che nel medioevo incontrò la sua massima espansione trasformandosi in una potente città fortificata, crocevia della Via Francigena.
Cuore di questo borgo, e massima espressione dell’arte medievale che lo rappresenta, è il quartiere di San Pellegrino, il più grande e antico della città, nato nel X secolo per espandere l’urbe situata sul Colle del Duomo. Questo gioiello, tutto da scoprire, è un perfetto esempio di contrata duecentesca perfettamente conservato, dall’enorme valore urbanistico, che lo rende, oggi, candidato a patrimonio Unesco.
Il quartiere sulla Via Francigena
La nostra visita può preferibilmente cominciare da Piazza San Carluccio, caratterizzata dalla presenza di case e palazzi realizzati in peperino e tufo, materiali che oggi rendono unico l’intero San Pellegrino. Qui, su uno dei lati della piazza, troviamo la Fontana piazza San Carluccio, al tempo fontana di San Salvatore, e risalente al XIII secolo. La particolare vasca quadrangolare è decorato con la testa di un leone, simbolo della città, nelle cui fauci è innestato il bocchettone sotto il quale sono scolpiti due stemmi. Uno di questi è quello della famiglia Gatti, tra le più importanti e antiche del capoluogo, caratterizzato da quattro bande orizzontali.
Anche se potrebbe essere scontato, il quartiere deve al suo nome all’enorme flusso di pellegrini che un tempo – ma ancora oggi – lo attraversava in quanto facente parte del percorso della Via Francigena. Anche questo importante fattore permise all’area di prosperare e attirare sempre più artisti, mercanti e nobili.
Proprio qui, tra archi, profferli, strade coperte da Sanpietrini e magnifici esempi di “case a ponte”, risiedono ancora oggi le botteghe di quegli antichi mestieri che già nel medioevo parteciparono attivamente alla crescita della città di Viterbo.
Ad accoglierci su Via San Pellegrino, la via principale che taglia a metà l’omonimo quartiere, è la Bottega d’arte di Daniela Lai. Il negozio, realizzato mantenendo la storicità delle botteghe medievali, è oggi massima espressione dell’arte viterbese. Ogni opera è un pezzo unico, creata plasmando i materiali tipici del luogo come peperino, ceramica, ma anche cristallo, tutti decorati con l’inconfondibile verde bruno di Viterbo.
Poco più avanti, la storia viterbese continua a prendere vita grazie a Cinzia Chiulli e i suoi Percorsi Artistici. Il suo studio, anch’esso affacciato sul Via San Pellegrino, ci permette ancora una volta di calarci in quello spirito medievale che contraddistingue la contrada. La passione di questa artista, che si manifesta con realizzazioni in ceramica e arte pittorica, prende vita anche grazie ai suoi racconti sui personaggi storici locali, pronti per essere elargiti a tutti i visitatori.
Il fulcro del quartiere, oggi arricchito anche da numerose locali e osterie, dove potremo assaporare i piatti tipici locali, come la famosa Acquacotta alla viterbese, ci attende pochi metri più avanti, con Piazza San Pellegrino. Caratterizzata dalla sua forma squadrata, la piazzetta è spesso luogo d’intrattenimento e set cinematografico per sceneggiati storici grazie alla sua perfetta conservazione. Da qui possiamo osservare Palazzo degli Alessandri, sede di mostre itineranti, l’omonima chiesa (una delle più antiche della città, edificata intorno al 1045) e l’alta Torre degli Scacciaricci, oggi dimora privata, ma perfettamente conservata… una delle oltre duecento che un tempo costellavano e rendevano unico l’odierno capoluogo della Tuscia.
I dintorni del quartiere: tra papi, storia e antichi mestieri
A pochi passi, Via San Lorenzo ci consente di continuare l’esplorazione del cuore di Viterbo, attraversando le antiche Piazza della Morte, Piazza del Gesù e attraversando il Ponte del Duomo, grazie al quale possiamo giungere a Piazza San Lorenzo e al Palazzo dei Papi, che rese Viterbo sede pontificia tra il 1257 e il 1281.
Non molto distante, facilmente raggiungibile a piedi, incontriamo un’altra piazza ricca di storia e di arte: Piazza Dante. Proprio qui sorge la Fontana di San Giovanni in Zoccoli, realizzata probabilmente nel 1268 e caratterizzata dalla forma a fuso. A pochi passi, affacciata sulla piazza stessa, troviamo un’altra delle botteghe storiche dedicate alle antiche arti medievali: l’Antica Legatoria Viali.
L’attività, appartenente al Registro delle imprese storiche italiane grazie alla sua centenaria storia, è oggi gestita da Maria Lucia Arena e Hans Kolb che hanno scelto di dedicare tutta la loro vita all’antica arte della legatoria, producendo pezzi magnifici e unici in pelle, tessuto, cuoio e altri materiali. Tra queste mura, possiamo osservare come antichi libri e tomi riprendono vita grazie alla loro cura, così come magnifici intarsi vengono realizzati su tavoli e scrittoi mediante tecniche antiche.
A seconda dei periodi dell’anno, in particolare nei mesi primaverili, potremmo avere l’occasione di veder scorrere tra le vie del quartiere il gruppo degli Sbandieratori e musici di Santa Rosa da Viterbo e il famoso corteo storico viterbese. Sono molte, infatti, le occasioni che li vedono protagonisti, dal trasporto di Santa Rosa del 3 settembre, alla manifestazione storica Ludika 1243, entrambe atte a riportare in vita le tradizioni e la cultura popolare viterbese. Particolarmente affascinante, anche la rappresentazione de La Contesa, ideata per far rivivere al pubblico le vicende politiche medievali che videro l’interesse del sacro romano imperatore Federico II nella città di Viterbo.
Infine, un’ulteriore appuntamento pronto per tornare dopo tre anni di stop, è quello di San Pellegrino in fiore, manifestazione floreale il quale ritorno è previsto nel maggio 2024 e che tornerà a trasformare l’intero quartiere in un grande giardino all’aria aperta.